Nascita di un progetto
5' di lettura
Ciao!
Dopo le prime tavole di Xolot e del suo universo, ho deciso di spezzare un po’ il ritmo, per raccontarti come è nato il progetto e i suoi personaggi.
Premesso che i bambini al giorno d’oggi hanno una soglia di attenzione che varia dai 5 ai 28 nanosecondi, fare lezione spesso vuol dire agitarti come uno scemo, trovare una battuta, un ritmo narrativo (devo ammettere di essere abbastanza fissato con questo concetto), una situazione del tipo L’attimo fuggente… solo con più barba e meno Robin Williams.
Ho deciso di farti immaginare l’atmosfera regnante in una quarta elementare durante l’orario delle mie lezioni; perché ecco cosa accade quando proponi un’idea di progetto:
SITUAZIONE: In quella che un tempo fu la mia scuola elementare, una splendida villetta circondata di alberi, orario post-mensa, ore 15:00 (circa).
IO: «Bambini per quest’anno mi piacerebbe provare una cosa nuova, realizzare una storia per un fumetto e poi provare a disegnarlo tutti insieme, cosa ne dite?»
LORO: Confusione assoluta, sensazione di tremolio delle pareti, in qua e là alcune urla assordanti permettono di distinguere uno sparuto sì.
5 minuti dopo.
IO:
«Per fare questa cosa però abbiamo bisogno di un protagonista, un eroe. Vi ricordate di quando abbiamo parlato del racconto?»
«Delle sue figure?»
«Sapete… protagonista, antagonista, aiutante, maestro, oggetto magico?»
LORO:
«Sì.»
«No.»
«Bho?»
«Non me lo ricordo.»
«Ero in montagna.»
«Ma io c’ero?»
IO: Silenzio…
«Sì, c’eri “NOME”»
«… Comunque avete qualche idea? Un cavaliere, un guerriero spaziale, un alieno, un cavaliere Jedi?»
LORO: Rumore indistinto…
Ancora…
… ancora…
«Uno SCHELETRO!»
IO: «Bambini, ma uno scheletro è difficile da disegnare, c’è tutta una parte anatomica complessa e trovare una giusta sintesi…»
LORO: «Scheletro! Scheletro! Scheletro!»
IO: «Mmm… insomma… forse…»
LORO: «Scheletro! Scheletro! Scheletro!»
IO: «E va bene, va bene! Facciamo lo scheletro…»
IO: «E dove potrebbe trovarsi all’inizio della nostra storia?»
LORO:
«In un bosco!»
«Un bosco del FUTURO!»
«In un bosco del futuro CON LA GUERRA!»
IO: Il cervello iniziava a elaborare, il criceto che lo abita correva come un pazzo sulla sua ruota.
Era già nata una storia…
«E se lui è il protagonista, quale potrebbe essere l’antagonista?»
LORO:
«Un Cyborg!»
«Una Cyborg FEMMINA!»
IO:
«Mmmm… effettivamente con le maestre avevamo concordato di provare a inserire la robotica…»
«Sì, si potrebbe fare… però…»
LORO:
«Io lo so!»
«Però cosa?»
«Péro… cosa c’entrano le pere?»
«Io volevo fare una principessa.»
IO:
«Però, non pere…»
(Un secondo di silenzio, alle medie sarebbe crollata la classe)
«Però, abbiamo bisogno di capire quale sia il motivo per cui una cyborg femmina dovrebbe essere l’antagonista di uno scheletro…»
«E non è nemmeno detto che il cyborg femmina non sia una principessa.»
Uno di LORO:
«Lo scheletro è IMMORTALE!»
(Caliamo un velo pietoso su ciò che accadde dopo questa affermazione)
IO:
«ALLORA BAMBINI! I cori da stadio nella scuola sono permessi solo alle gite delle medie per chi sta in fondo all’autobus!»
(Scarichiamo il barile a poveri professori sfortunati del futuro)
«Ma il concetto è giusto, dobbiamo iniziare a trovare un motivo per cui i due personaggi si scontrano: un antefatto, parola composta da ante che significa prima, e factum, dal latino, la lingua degli antichi romani, che significa fatto.»
«Ciò che è avvenuto prima.»
«Nel nostro caso: quello che è successo ai nostri personaggi, prima della storia che andremo a raccontare.»
«Nei giochi di ruolo lo si chiama background, dall’inglese.»
(Piccola digressione di come l’insegnante fosse nerd prima di Big Bang Theory)
Sempre IO:
«Detto questo, che tendenzialmente non c’entra nulla ma è fondamentale…»
Più di uno di LORO:
«Cosa vuol dire?»
«Io non ho capito…»
«Ma se non c’entra nulla come fa ad essere fondamentale?»
IO:
«Mmm… cercavo di usare una figura retorica simile ad un ossimoro…»
PAUSA
«Intendevo che per essere buoni disegnatori, bisogna ricevere molti stimoli diversi. Sin da bambino, ma ancora oggi, cerco di studiare con attenzione tutte le informazioni visive che mi circondano.»
«Torniamo al punto adesso.»
«Facciamo un gioco: da adesso e per i prossimi 5 minuti tutti noi scriviamo tre cose che sono successe ai nostri personaggi nel loro passato. Poi votiamo quelle che piacciono maggiormente.»
«Pronti?»
«VIA!»
10 minuti dopo.
IO:
«Wow! Siete stati bravissimi. Nessuna astronave aliena vi avrebbe distratto dal vostro arduo compito, sono colpito.»
Mano alzata di uno di LORO
IO:
«Sì?»
LUI:
«Posso andare in bagno?»
IO:
«Sigh… prego…»
«Iniziamo a leggere cosa avete scritto.»
Giro di proposte e conseguente votazione per alzata di mano dei background dei personaggi.
IO:
«OK! Allora scriviamo tutti su un foglio nuovo quello che abbiamo deciso.»
«Per lo SCHELETRO, a cui dovremo trovare un nome, abbiamo:
- Lo scheletro è tale perché i suoi genitori lo hanno maledetto.
- La maledizione che lo ha trasformato lo rende, però, immortale.
- Ha combattuto o sta combattendo una guerra.»
«Per la CYBORG invece:
- La cyborg femmina è una bambina/ragazzina.
- È stata rapita da uno scienziato e trasformata in cyborg.
- È arrabbiata con lo scheletro e vuole ucciderlo a tutti i costi.»
«Mi sembra una buona base. Passiamo quindi a cosa c’è da fare per la prossima lezione…»
«Come prima cosa iniziate a pensare a come lo scheletro sia arrivato nel bosco del futuro.»
«Perché è lì e cosa fa.»
«Pensate a cosa può fare la cyborg per raggiungerlo ed ucciderlo, visto che lui è immortale. E provate a disegnarli, perché quando faremo il fumetto avrete bisogno di muovere i personaggi.»
DRIIIIIIIIIIIIIIN!!!
EXCELSIOR!
Un grande grazie a Cristina Giuliani, al dirigente del circolo “B. Brin” di Livorno, alla scuola elementare “Dal Borro”, al suo personale interno e soprattutto a TUTTI I BAMBINI DELLA 4°C.